Rosse Emozioni

Come ogni anno sono state molteplici le iniziative organizzate in occasione dell’8 marzo: Giornata internazionale della donna. Sui social impazzano i post con citazioni, commenti e immagini di auguri alle donne, ma, in realtà, c’è poco da festeggiare. Da una ricerca dell’Istat emerge che nel 2013 c’è stato un incremento dei femminicidi rispetto agli anni precedenti, con 134 donne uccise.

Nella giornata dedicata alle donne, dunque, risulta necessario continuare a parlare di femminicidio come emergenza sociale e di rispetto per l’altro, soprattutto, con le nuove generazioni. Con questo intento è stato realizzato l’incontro “Rosse Emozioni. L’8 … ogni istante della mia vita”, organizzato dal Circolo della Stampa “Maria Rosaria Sessa”, in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione, Psichiatria Forense – Medicina Legale dell’Azienda Sanitaria Provinciale.

L’incontro si è svolto nell’Istituto Leonardo Da Vinci e Itas Nitti; a relazionare Graziella Cammalleri, dirigente scolastico dell’Istituto, Gregorio Corigliano, giornalista e presidente del Circolo della Stampa “Maria Rosaria Sessa”, Maria Francesca Corigliano, assessore alle politiche giovanili e femminili della Provincia, Patrizia Nicotera, psichiatra del centro Ascolto Donna dell’Asp di Cosenza e Manfredo Piazza, assessore alla solidarietà e coesione sociale del Comune.

Protagonisti della giornata sono stati gli studenti, i quali hanno partecipato attivamente con interventi, posto domande ai relatori e realizzato, e proiettato, cortometraggi sulla violenza.

Nei giorni precedenti l’iniziativa ai ragazzi delle classi quarte e quinte è stato sottoposto un questionario inerente il femminicidio. Nel corso della giornata sono stati resi noti i risultati dei quesiti preparati dal centro Ascolto Donna.

Dai dati emerge che il 90% dei ragazzi riconosce che il fenomeno della violenza sulle donne è un problema altamente diffuso in Italia e la violenza maggiormente perpetrata è quella di tipo sessuale. In merito ai luoghi dove potrebbero avvenire episodi di violenza, l’ottanta per cento individua la strada, solo il 58% pensa in famiglia e il 22% indica anche la scuola.

Al quesito “come immagini una persona violenta”, il 60% risponde qualcuno che ha un disturbo mentale, il 30% pensa sia un estraneo e il 10% lo individua in un extracomunitario. Alla domanda conclusiva, relativa a cosa si può fare per limitare il fenomeno, il 50% risponde che ci vorrebbero maggiori controlli e pene più severe. Secondo il trenta per cento dei ragazzi bisogna avere il coraggio di denunciare e per un 5% è necessario mandare via gli extracomunitari.

È passato oltre un secolo dall’8 marzo del 1908, quando 129 operaie morirono arse vive nel rogo di una fabbrica. Da allora ci sono state diverse conquiste per l’autodeterminazione femminile, ma la strada verso la parità di genere è ancora lunga da percorrere.

 

Elvira Madrigrano

 

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