Sicari domestici
Dopo la bella e riuscita iniziativa organizzata dalla Questura a cui due giorni fa hanno partecipato numerose scuole della provincia di Cosenza, ieri all’Istituto Superiore di Castrolibero si è tornato a parlare, in un convegno organizzato dal Circolo della Stampa “Maria Rosaria Sessa”, del tema della violenza sulle donne. “SiCari Domestici, storie di una mattanza sentimentale”: un titolo crudo, emblematico, che evidenzia il paradosso per cui spesso proprio le mura di casa e presunti “cari” sono i luoghi meno sicuri e le persone più pericolose. Tanti gli studenti che, a partire dalle 9.30 nella sala conferenze, hanno ascoltato Iolanda Maletta, dirigente scolastico dell’istituto ospitante, Gregorio Corigliano, presidente del “Sessa”, e Francesca Porco, autrice di “Sangue rosa”, appassionato, completo e straziante studio ricerca in cui la giornalista cosentina analizza la “violenza di genere” attraverso gli strumenti dell’indagine giornalistica e sociologica. Servono a qualcosa questi convegni?
La risposta è sì. Soprattutto come in occasione dei due appena citati, in cui i veri protagonisti sono gli studenti, i giovani: gli unici che, davvero, possono attivare quella “rivoluzione culturale” così tanto evocata dagli studiosi ed esperti che, in particolare a ridosso di ricorrenze internazionali come la “Giornata contro la violenza sulle donne”, si confrontano su soluzioni e proposte da porre all’attenzione dei principali attori istituzionali. Il dialogo intergenerazionale serve ma, è chiaro, non basta. Ci vuole un’azione convinta e congiunta di tutte le risorse e le energie che il campo offre. Nella provincia di Cosenza, ad esempio, la Questura ha disposto un team preposto proprio al trattamento di casi di violenza domestica e alla prevenzione di due reati che sempre più spazio occupano nel circuito mediatico nazionale: stalking e femminicidio. Ma, tutti, siamo chiamati a fare di più. Altrimenti troppe lacrime e sangue ancora saranno versate sull’altare dell’ingiustizia e della retorica. Il Rapporto Eures, ad esempio, comunica anche «l’inefficacia e inadeguatezza della risposta istituzionale alla richiesta d’aiuto delle donne vittime di violenza all’interno della coppia, visto che nel 2013 ben il 51,9% delle future vittime di omicidio aveva segnalato/denunciato alle istituzioni le violenze subite». E questa è una percentuale che, ad ogni costo, deve scendere. Al convegno di ieri, moderato dalla giornalista Emily Casciaro, ha partecipato anche Patrizia Nicotera, psichiatra forense che ha coinvolto i ragazzi in un intenso confronto di riflessione e autopercezione del sé. Da cornice, la bella installazione fotografica curata e realizzata da Stefania Sammarro.