Comunicare Oggi.
Roggiano Gravina – Il Circolo della stampa “M.R.Sessa” sempre più verso la provincia. A farsi conoscere e portare il proprio contributo culturale sul versante del giornalismo è stata l’occasione del convegno, tutto didattico, che si è tenuto ieri presso l’I.I.S. di questa cittadina. Ne sono state coinvolte le classi terminali dell’industriale e dello stesso liceo scientifico. L’iniziativa, accolta dall’ufficio di presidenza dell’istituto, ha visto impegnate i vertici del Circolo della stampa cosentina, ad iniziare dal presidente Gregorio Corigliano,accompagnato dal vice Franco Rosito, e dai soci giornalisti Filippo Veltri e Alberto Volpe. Per la scuola,assente la preside Filice, ha relazionato sulla didattica come strumento principe della comunicazione della trasmissione del sapere formativo, la prof. Ortensia De Marco. Non con ruolo passivo, ma dimostrando interesse e partecipazione alle “comunicazioni” che venivano offerte sull’argomento della giornata, i giovani studenti liceali hanno potuto apprendere come la comunicazione è nella natura, ed è il soggetto umano a interpretarne i messaggi.
Ma, più essenzialmente, quanto sia un bisogno di quell’essere sociale “sentirsi realizzato nella sua personalità potersi relazionare con il proprio simile in modo efficace e qualificante”. Dal linguaggio formativo, quindi, affrontato dalla docente dell’Istituto roggianese, alla tecnica e requisiti per un buon giornalismo, su cui si è soffermato il presidente del Circolo,Gregorio Corigliano. Non meno efficace nella sua analisi e memoria del superamento di una tradizionale superata forma comunicativa, è stato il responsabile Ansa per la Calabria,Filippo Veltri, catturando l’attenzione del giovane uditorio, nel non demonizzare le moderne tecniche comunicative, “spesso disumanizzanti”, e che vanno utilizzate dai fruitori come dalle aziende di informazione, con responsabilità , attesi i rischi diseducativi impliciti. Insomma una giornata all’insegna del bisogno del saper interfacciarsi col proprio simile,rispettando i tempi dell’ascolto con quelli dell’interloquire.